Niente sconti Irpef per l'acquisto di integratori alimentari, anche se assunti su prescrizione medica. Sono prodotti alimentari non equiparabili a medicinali. L'etichettatura, la presentazione e la pubblicità non gli attribuiscono proprietà terapeutiche né capacità di prevenzione o cura delle malattie. La somministrazione degli integratori è finalizzata a ottimizzare gli apporti nutrizionali e la stessa composizione li inscrive nell'area alimentare, escludendo il loro acquisto dalla detrazione del 19%, riconosciuta solo alle spese sanitarie.

Questo, in sintesi, il parere fornito dall'agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 256/E del 20 giugno, in riposta a un interpello di un contribuente che vuole sapere se può detrarre le spese d'acquisto di integratori alimentari, beneficiando dello sgravio Irpef del 19% per le spese sanitarie.

L'istante ritiene di poter equiparare questi prodotti a dei medicinali, facendo leva sulle modalità e sullo scopo della loro assunzione. Secondo il contribuente, il fatto che gli integratori vengano somministrati a scopo terapeutico e su prescrizione di un medico specialista sarebbe sufficiente a inquadrare il loro acquisto come una spesa sanitaria, consentendo così di godere dello sconto Irpef del 19 per cento.

L'Agenzia non è d'accordo con la soluzione prospettata dall'istante. Non considera infatti soddisfatte le condizioni per assimilare l'acquisto degli integratori alle spese sanitarie, sulla base del disposto del Dlgs 169/2004, di recepimento della direttiva comunitaria in materia.

In particolare, le Entrate ripercorrono la definizione di integratori alimentari, con la quale s'intendono i prodotti alimentari che integrano la comune dieta e concentrano diverse sostanze nutritive, da vitamine e minerali ad aminoacidi e altre componenti con effetto nutritivo o fisiologico.

Il parere dell'Agenzia non collima con quello dell'istante neanche sulle finalità di assunzione degli integratori. Non c'è infatti alcuna etichettatura, né pubblicità o dicitura annessa che attribuisca proprietà terapeutiche a questi prodotti. Né gli vengono associate capacità di prevenzione o cura delle malattie.

Inoltre, i tecnici delle Entrate precisano che la non equiparabilità ai medicinali è corroborata anche dall'assenza di indicazioni scritte che affermino che una dieta equilibrata e variata non sia generalmente in grado di apportare sostanza nutritive in quantità sufficienti.

L'Agenzia chiarisce che la somministrazione degli integratori è finalizzata a ottimizzare gli apporti nutrizionali e a migliorare le condizioni fisiologiche, senza per questo configurarsi come medicinali. La stessa composizione li qualifica come prodotti appartenenti all'area alimentare, non ammessi a godere della detrazione Irpef del 19%, riconosciuta solo per spese mediche e di assistenza specifica, per spese chirurgiche, per l'acquisto di medicinali, prestazioni specialistiche e protesi dentarie e sanitarie.

Fonte: Agenzia Entrate

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